ISIS, quale dialogo nel Mediterraneo

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mediterraneo-immagine-tratta-da-google-mapsDi Salvo Barbagallo

Domani, venerdì, a Palermo giornata di lavoro del progetto CaBuReRa (Capacity Building Relay Race) che s’inserisce all’interno del programma europeo ENPI European Neighbourhood and Partnership Instrument, con l’obiettivo di rafforzare la “cooperazione tra i paesi europei e quelli del Mediterraneo”

Abbiamo appreso di questa iniziativa grazie a un comunicato giunto in redazione, che così si esprime: “CaBuReRa, è un progetto di formazione, scambio e creazione di rete che vuole contribuire a sviluppare un network Mediterraneo tra giovani, autorità locali, autorità pubbliche ed educative al fine di facilitare la transizione scuola-lavoro e promuovere la cittadinanza attiva e il dialogo interculturale attraverso esperienze di mobilità, finanziato al 90% dall’Unione Europea con un budget totale di € 1.680.000. In questo quadro, il progetto prevede il coinvolgimento di 30 Youth Workers e 60 giovani disoccupati lavoratori tra Italia, Grecia, Portogallo, Giordania, Libano e Palestina”. Il progetto verrà illustrato nella mattinata di domani, mentre nel pomeriggio, dalle ore 18 in poi, cinque giovani lavoratori provenienti da Giordania, Libano e Palestina condivideranno la loro esperienza professionale in Italia e racconteranno la proprio cultura attraverso musica, poesia e danze tradizionali. Nel corso della serata verrà anche presentata la galleria fotografica “Similarities” di Sara David, che attualmente sta svolgendo la sua esperienza di mobilità in Libano”.

Sempre grazie al comunicato pervenutoci, apprendiamo che esiste in “Programma europeo ENPI CBC bacino del Mediterraneo” che è una “iniziativa di cooperazione transfrontaliera multilaterale finanziata dallo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato” e che il programma contribuisce allo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale della regione mediterranea attraverso il finanziamento di progetti di cooperazione”. L’incontro sul tema “L’importanza del dialogo Euro-Mediterraneo” si terrà nella sede di “Molti Volti” e prevede la partecipazione di Vito La Fata, Presidente del CESIE, Rita Quisillo, Coordinatrice del progetto, CESIE, Adham Darawsha, Presidente della Consulta delle Culture, Palermo, Serena Marcenò, Dipartimento Cultura e Società, Università di Palermo, Claudio Arestivo, Presidente di Per Esempio.

Interessante questa iniziativa, non credete?

Chissà perché la nostra conoscenza sui partenariati euro-mediterraneo si sia fermata al 2010, quando abbiamo dovuto registrare il fallimento del Protocollo di Barcellona che prevedeva l’apertura dell’area di libero scambio nel Bacino del Mediterraneo, proprio in quella data (2010) e della quale “apertura” non si parlò più, a nessun livello. Evidentemente i progetti socio-culturali sono andati avanti (circostanza, comunque positiva) perché…già finanziati! E’ sempre una questione di soldi?

Questo progetto che viene posto all’attenzione di Palermo cade, purtroppo, proprio nel momento in cui nel Mediterraneo (senza pace) la parola “Dialogo” è messa al bando, anche se da più parti si richiede che sia !”operativa” e “applicata”.

E noi, in merito, riprendiamo quanto detto in altre circostanze: Comprensione non significa “condivisione”: vuol dire innanzitutto “conoscere” per “comprendere”. Senza una conoscenza diretta e approfondita nessuna analisi è possibile e quindi nessun dialogo può aprirsi. Per conoscere è indispensabile possedere adeguati strumenti d’informazione che non si limitino soltanto a ciò che appare, ma che soprattutto devono essere rivolti alla “scoperta” di ciò che non è visibile. I tentativi di “dialogo” falliscono – o sono destinati a fallire – poiché la comprensione, nella migliore delle ipotesi, è a senso unico e quasi mai c’è corrispondenza ed eguale reciprocità d’intenti in chi si professa “disponibile”.
Il termine “dialogo” ha, di conseguenza, perduto il suo reale significato: con chi si dovrebbe dialogare se l’interlocutore persegue finalità non condivisibili o cerca di imporre la propria linea di pensiero e di operatività che è estranea allo stesso principio di dialogo? Comprensione, pertanto, come strumento per raggiungere un possibile dialogo, per porre un freno alle ipocrisie, per non creare false speranze e prospettive sbagliate.

ISIS, quale dialogo nel Mediterraneo?

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